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Tra i capannoni industriali, uno dei tanti segni dell'archeologia della Città...

 

Attraversando la Zona Industriale di Predda Niedda nord, avete mai notato al lato della strada un piccolo cartello giallo che indica, in corrispondenza di un muro diroccato, un'importante struttura archeologica?

Dovete sapere che gli studi e le ricerche di questi ultimi anni ci descrivono per Sassari e l'area circostante un contesto territoriale che risale all'età romana, caratterizzato da una forma di frequentazione e di insediamento sparso, legato allo sfruttamento agricolo, alle volte localizzato presso nuraghi, come si è detto a proposito di Li Luzzani.

In questo scenario dobbiamo collocare anche l'acquedotto realizzato per approvvigionare la colonia di Turris Libisonis, l'odierna Porto Torres, convogliando le acque di alcune sorgenti perenni localizzate in località S. Quirico-Eba Giara e nell'area della Fontana delle Conce, presso Lu Regnu.

A questa importante opera, costruita tra la fine del I sec. a.C. e l'inizio del I sec. d.C., appartiene il tratto di muratura lungo circa 20 metri, che viene oggi indicato da un cartello e che meriterebbe una futura valorizzazione.

Diversi altri tratti nel territorio fra Sassari e Porto Torres attestano l'originario tracciato dell'acquedotto lungo circa 20 miglia, costituito da murature piene, arcate emergenti e da canalizzazioni sotterranee,

Tra i tratti più significativi, a partire dalla periferia di Sassari, si segnala quello di Tana di Lu Mazzoni, indicato da E. Costa come: “... avanzi in un orto dietro la Chiesa di S. Antonio dei Serviti”. In questo tratto è ben conservato lo specus, ovvero il canale di deflusso dell'acqua impermeabilizzato con malta idraulica.

A Predda Niedda-Pischina (S. Barbara) erano visibili fino ad alcuni anni fa cinque arcate, oggi oramai quasi completamente crollate e a poca distanza altri due tratti di arcate in località Pala di Carru, toponimo che indica la medievale Via Turresa o Via de Carru.

Proseguendo verso Ottava, l'antica mutatio ad Octavum lungo la principale arteria viaria dell'Isola da Karales a Turris, si osserva su un costone calcareo al lato della ex SS 131, un tratto dell'acquedotto lungo oltre 140 metri. La muratura è caratterizzata dalla presenza del rivestimento in opus reticulatum, costituito da piccoli blocchi di pietra che creano una trama a forma di rete.

Ancora in territorio di Sassari sono presenti resti presso Case Dore e Lizzos-Pultigali, al lato della strada per Platamona, mentre a Porto Torres sono stati localizzati tratti dell'acquedotto nel Quartiere Satellite- Serra Li Pozzi e in Via Fontana Vecchia.

Da questo punto sopraelevato l'acqua veniva convogliata verso gli edifici termali della città, almeno fino al IV-V sec. d.C., fase che segna radicali cambiamenti per Turris Libisonis e conseguentemente il venir meno dell'ordinaria manutenzione dell'acquedotto e della sua utilizzazione.

Per aderire all’iniziativa "La cultura non si ferma" sarà sufficiente taggare Comune di Sassari e Turismo Sassari e utilizzare gli hashtag #iorestoacasa e #laculturanonsiferma

  • Dal: Giovedì, 16 Aprile 2020
  • Al: Sabato, 16 Aprile 2022
  • Informazioni:

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