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Animali nascosti e dove trovarli... a Sassari

I monumenti e i palazzi storici di Sassari spesso nascondono dei dettagli particolari: vi portiamo in giro per la città con un itinerario nel quale cavalli, leoni e draghi vi faranno compagnia!
 
Iniziamo da piazza d'Italia e in particolare dal monumento dedicato al sovrano Vittorio Emanuele II. Il gruppo statuario è costituito, sul fronte principale, da un nudo eroico seduto su un leone, simbolo di forza e fierezza, che regge l’insegna ed un fascio littorio. Sul lato opposto del basamento un’aquila ghermisce con i suoi artigli un trofeo d’armi ed un cappello da bersagliere.
 
Sulla piazza si affaccia il Palazzo della Provincia, al cui interno, nello scalone monumentale, è possibile ammirare l'opera in grande formato (m.3,50 x 5,50) dal titolo "Prometeo dona il fuoco agli uomini", dipinta nel 1954 con la tecnica della pittura a frescotela  su intonaco dall’Artista Aligi Sassu. Il tema dell’opera esposta raffigura il mito del Titano Prometeo che ruba il fuoco agli dei per donarlo agli uomini, scatenando così l’ira di Zeus. Nel quadro compaiono centralmente la figura Titanica di Prometeo con la fiaccola, sulla sinistra un gruppo di figure femminili e maschili, mentre sul lato opposto un cavallo di color rosso fiammeggiante viene ghermito da una fiera a voler simboleggiare le lotta delle forze primordiali della natura.
 
Proseguiamo superando piazza Castello e piazza Azuni per addentrarci nel cuore del centro storico, lungo il corso Vittorio Emanuele II, l’antica Ruga de Cotinas. Il portale in marmo del Palazzo di Città è sormontato dalla iscrizione dedicatoria e dallo stemma della Città di Sassari, fiancheggiato da due cavalli, che al centro, nello scudo, mostra le due torri e le due croci. Lo stemma fu concesso alla Città di Sassari con  Regio Diploma del 15 gennaio del 1767. Il Palazzo di Città fu edificato nella seconda metà del XIII secolo e ricostruito in forme neoclassiche entro il 1830.

Non lontano, passando per la suggestiva piazza Santa Caterina e incontrando nel percorso il Palazzo Ducale, sede del Comune di Sassari, raggiungiamo la Cattedrale di San Nicola. Durante il periodo delle pestilenze, che dal 1652 al 1657 decimarono di quattro quinti la popolazione cittadina, vennero posizionati ai lati della scalinata che conduce all’area sopraelevata del presbiterio due leoni marmorei che sorreggono due scudi. Negli scudi compare l’iscrizione che ricorda la committenza del Capitolo Turritano e la conclusione dei lavori comprendenti la balaustra nel 1656. Nei contrafforti esterni della navata sono invece visibili i doccioni in forme di animali mostruosi, tra i quali uno in sembianze di drago che un tempo era posizionato nel contrafforte della cupola. Essi rappresentano il repertorio più tipico delle cattedrali gotiche europee, il cui stile perdurò nell’isola ben oltre il periodo in cui si sviluppò.
 
Non distante troviamo la chiesa di Santa Maria di Betlem, luogo di culto indissolubilmente legato alla manifestazione più sentita dai sassaresi, la Discesa dei Candelieri. Si data al 1738 il pulpito ligneo che Antonio Juan Contena realizzò per i Frati Francescani di Santa Maria di Betlem. Di sua mano è il pulpito che spicca rispetto ad altri modelli di primo settecento per la ricchezza di ornamenti, per la sontuosità e l’articolazione dei rilievi. Il basamento è composto da tre angeli-polena che sorreggono il cassone decorato agli angoli da putti dei quali quattro sovrastanti i simboli degli Evangelisti (Bue, Leone, Aquila ed un Angelo alato). Nel pannello centrale è stato scolpito un bassorilievo che raffigura la scena di Sant’Antonio che predica ai pesci, mentre un’altra statua del Santo in gloria d’Angeli sormonta la ricca cornice del paravoce, che riprende quella mistilinea del cassone.
 
Lasciamo ora momentaneamente il centro storico e, attraversando la parte Ottocentesca della città, raggiungiamo l'Ex Mattatoio Comunale, il cui ingresso si trova in via Maurizio Zanfarino. Alla fine dell’Ottocento venne progettato e costruito il complesso del Mattatoio comunale che si estende su una superficie di 7000 metri quadrati dei quali 3000 coperti. Il portale centrale di accesso alla struttura si caratterizza per la decorazione delle due paraste laterali  con due cornici a losanghe che includono due protomi di muflone. Sopra l’arco dotato di lunetta in ferro si trova il fregio dell’architrave sul quale campeggia la scritta mattatoio e la statua di un bue sdraiato.

Il nostro itinerario si conclude nel luogo simbolo della città, la Fontana di Rosello. La medievale fonte di Gurusele o Gurusello si presentava con un edificio dalle forme assai semplici ancora nel corso del Cinquecento, quando l’acqua sgorgava da bocche bronzee in forma di teste di leone. Entro il 1606 Giunsero dalla Liguria i marmi “bianchi et misci” con i quali venne rivestita e le statue con figure femminile e soggetti marini tipici (in particolare i delfini situati in corrispondenza delle statue raffiguranti le "quattro stagioni") del repertorio figurativo cinquecentesco legato all’acqua. Le teste leonine bronzee vennero sostituite con altrettante marmoree e sopra il serbatoio della vasca della fontana venne creato un graticcio metallico che sorreggeva in maniera illusionistica una statua raffigurante il Martire Turritano San Gavino sulla groppa di un cavallo rampante. La Fontana subì danni importanti durante i moti antifeudali alla fine del ‘700. Si provvide così ad un restauro con la sostituzione delle statue che dal 1828 raffigurano le quattro stagioni e con la costruzione della crociera che oggi sorregge una nuova statua di San Gavino, che sostituisce quella scomparsa durante gli anni a cavallo del secondo conflitto mondiale.

Nelle schede di approfondimento troverete altre interessanti informazioni sui questi luoghi.

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Sedici anni di Monumenti Aperti a Sassari

 Il 9 e il 10 maggio si sarebbe dovuta svolgere la XVI edizione di Monumenti Aperti a Sassari.

Dal 2004 il Comune di Sassari ha aderito all’iniziativa, ideata e promossa dalla ONLUS Imago Mundi. In questi sedici anni migliaia di studenti degli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, grazie all’impegno degli insegnanti, hanno contribuito con entusiamo alla realizzazione dell’evento.
Un pubblico sempre più interessato e numeroso ha fatto sì che la manifestazione crescesse, coinvolgendo ogni anno nuovi monumenti e siti di interesse, itinerari urbani ed extraurbani, eventi culturali.
 
A causa dell’arrivo del Coronavirus l’edizione 2020 di Monumenti Aperti è stata momentaneamente sospesa. Tuttavia, è volontà dell’Amministrazione comunale l'appuntamento appena possibile. Occorre mantenere vivi lo spirito, i segni e i simboli che hanno caratterizzato questo importante appuntamento, senza dimenticare l’impegno e gli sforzi di tutti i partecipanti, per alimentare la speranza, che è il seme del futuro.
 
Condividere i ricordi, anche sui social network, è un modo per dare continuità alla manifestazione e per cominciare a gettare le basi per la prossima edizione, dedicata al tema della Memoria. Per questo motivo l’Amministrazione comunale intende invitare tutti coloro i quali hanno partecipato alla manifestazione negli scorsi anni, come “ciceroni” o come visitatori, a condividere le immagini e i ricordi delle loro esperienze nelle passate edizioni.
Per contribuire sarà sufficiente pubblicare le foto su Instagram, utilizzando gli hashtag #monumentiapertisassari e #turismosassari.
 
Inoltre, con l’intento di raccogliere le testimonianze delle esperienze memorabili che abitano i luoghi cittadini, si invitano le persone interessate a condividere i propri ricordi legati ai monumenti e ai luoghi di interesse culturale: questi preziosi ricordi costituiranno un elemento fondamentale nella realizzazione della prossima edizione. Si potrà inviare una e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o contattare i numeri telefonici 079 279970 / 079 279960
L’obiettivo è quello di raccontare una memoria sensoriale e condivisa, una memoria che custodisce, che racconta, che costruisce e che è capace di tenere saldo il legame tra passato, presente e futuro.

Guida ai monumenti dell'edizione 2019

Sedici anni di Monumenti Aperti a Sassari GUARDA IL VIDEO

 

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Coronavirus, anche a Sassari la cultura non si ferma: #sassariculturanonstop

Un luogo virtuale in cui poter continuare a esprimere l’arte e la cultura in tutte le sue declinazioni: dal teatro alla danza, dalla musica alla lettura, senza tralasciare il cinema e le arti visive.

Il Comune di Sassari ha attivato una pagina Facebook dedicata alle attività culturali che esprimono il lavoro delle tante associazioni, operatori culturali e artisti che da anni animano la vita culturale della città, ma che in questo momento vivono gli effetti dell’emergenza epidemiologica in corso.

Tutte le associazioni culturali, gli operatori del settore e gli artisti che vorranno partecipare potranno contattare l’Amministrazione comunale con un messaggio privato sulla pagina Comune di Sassari - Cultura (preferibilmente un link di YouTube) per concordare e programmare la pubblicazione dei contenuti.

Potranno essere pubblicate riprese di produzioni già realizzate (concerti, opere teatrali, focus di approfondimento, reading, spettacoli), ma soprattutto nuovi contenuti da condividere e far conoscere. Ad esempio, le compagnie teatrali potranno in questo modo mettere in rete letture e spettacoli, ma allo stesso modo i musicisti potranno far conoscere aspetti inediti della loro attività e gli esperti di cinema e di letteratura potranno interagire attraverso approfondimenti su opere cinematografiche e libri.

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Itinerario delle piazze storiche della città

Un cielo plumbeo avvolge la città di Sassari questa mattina, non c’è quasi nessuno in strada, eppure si sente il rumore d'una carrozza in lontananza e lo scalpiccio degli zoccoli dei cavalli. Actos, il nostro amico, ci attende appena fuori le antiche mura, dove un tempo sorgeva la Porta del Castello. Sulla testa preme l’elegante cappello grigio che lo ripara, in una mano stringe un bastone da passeggio e sottobraccio porta un giornale fresco di stampa: La Stella di Sardegna.
Siamo nel 1877, in un’epoca di grandi cambiamenti.

“Fin dai tempi antichi il luogo pubblico per antonomasia è, come potete immaginare, la piazza. Questo spazio aperto è il centro della città e ha funzione di incontro, termine che dal latino popolare può essere tradotto in <<trovarsi di fronte a>>. Perdonate la deformazione professionale ma era mio dovere informarvi! Eccoci qui finalmente, fuori dalla cinta muraria di Sassari, pronti ad iniziare il nostro itinerario per le famose piazze della città: voi di fronte a me, per l’appunto, Actos per gli amici.”

Actos ci fa cenno di seguirlo: “Vedete amici, questa è la nuova Piazza d’Italia, un nome che rende omaggio all’unione del nostro Paese; diventerà certamente il nuovo centro cittadino, vi illustro al ragione.”

Ci indica un magnifico palazzo neogotico, che svetta verso il cielo e ricorda le forme e i colori accesi dei palazzi veneziani: “Questa sarà la residenza dell’Onorevole Giuseppe Apostoli, barone e membro del Parlamento. Pare che voglia inaugurare il completamento con un ballo!”  Col bastone da passeggio indica invece l’edificio neoclassico dalla parte opposta della piazza: “Palazzo Sciuti invece sarà l’ufficio e la dimora del Prefetto e pensate che ospita ben più di duecento sale al suo interno e terrà servizi quali Poste e Telegrafi.”

Indicando il tetto aggiunge: “Vedete lassù? Lì verrà posto un orologio che sarà visibile in tutta la piazza e sarà ornato dallo stemma cittadino.”

“Proseguiamo il nostro itinerario.” Actos si dirige verso gli eleganti Portici Borgone e Crispo “Ricordate che confusione per la costruzione di questi porticati? La moda torinese è durata poco nel nostro Comune, troppo costosa. Ad ogni modo, siamo quasi arrivati.”

Actos si ferma all’inizio di quella che viene chiamata Piazza Castello, in lontananza macerie sparse ovunque mettono in evidenza un importante cambiamento. 

“Vi starete chiedendo perché si chiama in questo modo, ebbene sì, solo qualche mese fa qui c’era una fortezza, il castello aragonese che ha rappresentato per anni, ma che dico, per secoli una minaccia per i sassaresi.” Prosegue al centro della piazza e si siede su una pietra rettangolare. “Come potete vedere è stato parzialmente demolito. Con il passare dei secoli venne rafforzato in un barbacane, con sotterranei e bocche di fuoco rivolte verso il centro abitato. Proprio qui si trovava l’unica sede dell’Inquisizione in Sardegna, dove furono rinchiusi prigionieri ed eseguite condanne capitali. Successivamente invece, in epoca sabauda divenne caserma del Regio Esercito italiano. La sua facciata era in pietra viva, come questa”. Actos guarda al lato destro della piazza, si toglie l’elegante cappello e grattandosi la testa si mette a pensare. 

“Sono convinto che qui, invece, stanno costruendo una nuova caserma… ma questo lo scopriremo presto, credetemi, uscirà in prima pagina su La Stella! Ora proseguiamo con il nostro itinerario, ci aspetta un’altra piazza non lontano da qui”. Sale su una carrozza e si sporge per indicare la strada da percorrere.

“Questi decenni stanno vedendo una ristrutturazione del nostro centro, sembra quasi un altro posto.” Dice Actos. Mentre la carrozza prosegue lungo Largo Azuni, il nostro amico fa cenno di mano a un uomo che si affaccia da una tipografia sulla destra; deve trattarsi del signor Dessì.

Piazza Azuni, ecco un altro esempio della modernità della città, dedicata al nostro esimio giurista.” Actos fa cenno al cocchiere di sostare un attimo e si liscia i baffi prima di ricominciare a parlare: “Sapete, fino a vent’anni fa qui avreste visto una lunga scalinata portare alla Chiesa di Santa Caterina e lì, dall’altro lato di una piazza decisamente più piccola di questa, il Palazzo del Governatore, con la sua grande carrozzeria.” Actos si guarda attorno e respira a pieni polmoni “Ora invece abbiamo più spazio e luce, degli edifici moderni,  e la chiesa rimane solo in qualche carteggio e in un mio acquerello; l’avete visto? No? Dopo ve lo mostrerò allora”

Al suo cenno, il cocchiere incitò il cavallo a proseguire la strada. Ormai per le strade si affollavano le persone che andavano e venivano dai mercati, che si recavano negli uffici o passeggiavano per la città. 

“Eccoci in Piazza Tola, il mercato oggi è ben fornito, vendono anche dell’ottimo cuoio e si sente un buon profumino di cacio sardo, dopo ci farò un pensierino, ma ora torniamo a noi. Dove eravamo rimasti? Ah sì, questa piazza accoglie una storia di tutto rispetto. Solo due anni fa ha preso il nome di uno dei più conosciuti politici di Sassari: Pasquale Tola fu anche un magistrato e storico, diventato addirittura membro del Parlamento sardo e poi di quello nazionale. Suo fratello Efisio fu un martire di Risorgimento e nacque proprio qui di fronte…” Actos si fa spazio fra la gente e osserva un imponente palazzo dalla facciata goticheggiante, poi si sposta al centro della piazza e mormora qualcosa: “Grande uomo, questa piazza un giorno verrà dedicata anche a te, me lo auguro!” 

Il nostro viaggio per le piazze storiche di Sassari è volto al termine, Actos imbocca la strada verso il Cafè più vicino con un pacchettino di formaggio nella tasca del suo cappotto nero. 

“Vi ringrazio per la vostra attenzione e se volete ancora conoscere la mia bella città sapete dove trovarmi. Parlare per tutto questo tempo mi ha messo una certa sete, è il momento di un buon caffè!”

Piazza d’Italia
Piazza Castello
Piazza Azuni
Piazza Tola
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Tra i capannoni industriali, uno dei tanti segni dell'archeologia della Città...

 

Attraversando la Zona Industriale di Predda Niedda nord, avete mai notato al lato della strada un piccolo cartello giallo che indica, in corrispondenza di un muro diroccato, un'importante struttura archeologica?

Dovete sapere che gli studi e le ricerche di questi ultimi anni ci descrivono per Sassari e l'area circostante un contesto territoriale che risale all'età romana, caratterizzato da una forma di frequentazione e di insediamento sparso, legato allo sfruttamento agricolo, alle volte localizzato presso nuraghi, come si è detto a proposito di Li Luzzani.

In questo scenario dobbiamo collocare anche l'acquedotto realizzato per approvvigionare la colonia di Turris Libisonis, l'odierna Porto Torres, convogliando le acque di alcune sorgenti perenni localizzate in località S. Quirico-Eba Giara e nell'area della Fontana delle Conce, presso Lu Regnu.

A questa importante opera, costruita tra la fine del I sec. a.C. e l'inizio del I sec. d.C., appartiene il tratto di muratura lungo circa 20 metri, che viene oggi indicato da un cartello e che meriterebbe una futura valorizzazione.

Diversi altri tratti nel territorio fra Sassari e Porto Torres attestano l'originario tracciato dell'acquedotto lungo circa 20 miglia, costituito da murature piene, arcate emergenti e da canalizzazioni sotterranee,

Tra i tratti più significativi, a partire dalla periferia di Sassari, si segnala quello di Tana di Lu Mazzoni, indicato da E. Costa come: “... avanzi in un orto dietro la Chiesa di S. Antonio dei Serviti”. In questo tratto è ben conservato lo specus, ovvero il canale di deflusso dell'acqua impermeabilizzato con malta idraulica.

A Predda Niedda-Pischina (S. Barbara) erano visibili fino ad alcuni anni fa cinque arcate, oggi oramai quasi completamente crollate e a poca distanza altri due tratti di arcate in località Pala di Carru, toponimo che indica la medievale Via Turresa o Via de Carru.

Proseguendo verso Ottava, l'antica mutatio ad Octavum lungo la principale arteria viaria dell'Isola da Karales a Turris, si osserva su un costone calcareo al lato della ex SS 131, un tratto dell'acquedotto lungo oltre 140 metri. La muratura è caratterizzata dalla presenza del rivestimento in opus reticulatum, costituito da piccoli blocchi di pietra che creano una trama a forma di rete.

Ancora in territorio di Sassari sono presenti resti presso Case Dore e Lizzos-Pultigali, al lato della strada per Platamona, mentre a Porto Torres sono stati localizzati tratti dell'acquedotto nel Quartiere Satellite- Serra Li Pozzi e in Via Fontana Vecchia.

Da questo punto sopraelevato l'acqua veniva convogliata verso gli edifici termali della città, almeno fino al IV-V sec. d.C., fase che segna radicali cambiamenti per Turris Libisonis e conseguentemente il venir meno dell'ordinaria manutenzione dell'acquedotto e della sua utilizzazione.

Per aderire all’iniziativa "La cultura non si ferma" sarà sufficiente taggare Comune di Sassari e Turismo Sassari e utilizzare gli hashtag #iorestoacasa e #laculturanonsiferma

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Montalè: una suggestiva domus de janas della nostra città

È tempo di "contos de foghile", per raccontarvi di una suggestiva domus de janas della nostra Città...

Le leggende della Sardegna raccontano che le janas erano delle fate immortali che vivevano in case scavate nella roccia, dette domus.

Nella cultura popolare le janas vengono descritte mentre tessevano splendidi tessuti d'oro e si allude anche a preziosi telai d'oro massiccio. Si dice anche che avevano il potere di pietrificare chiunque avesse violato qualche particolare segreto.

È probabile che gli abitanti dei nostri paesi e delle campagne non potessero immaginare l'originaria funzione funeraria delle oltre 3000 domus de janas che costellano la Sardegna, riferibili alla fine V-III millennio a.C.. Tali ipogei rappresentano la testimonianza di un'ideologia religiosa che si basava su una credenza nell'aldilà e prevedeva rituali funebri collegati alla fecondità e del ciclo della vita-morte-rinascita.

Il territorio di Sassari comprende significative necropoli, fra le quali quella di Montalè. Originariamente era composta da sei ipogei, dei quali attualmente è possibile visitare solo la Domus V detta delle Protomi Taurine, che  si trova in un'area recintata di proprietà comunale in via Medaglie d'Oro, al margine dell'abitato di Li Punti

Ora, forse spinti dalla curiosità di entrare nella casa di una janas, avrete la possibilità di visitare questo monumento, con le indicazioni che vi aiuteranno ad apprezzare la sua importanza ma anche  grazie alle suggestive immagini di Nicola Castangia, che ringraziamo per la disponibilità.

Fatta eccezione per questo periodo di chiusura di tutti i luoghi della cultura nazionali, il sito è visitabile solo su prenotazione per gruppi e scolaresche. Informazioni su orari e costo dei biglietti

Piuttosto difficoltoso risulta essere l'accesso all'ipogeo, attraverso un ingresso a pozzetto che conduce ad una piccola anticella priva del soffitto originario, collegata ad una ampia cella principale destinata al culto, sulle cui pareti si aprono tre portelli che danno accesso a sette celle che avevano destinazione funeraria.

In questo ambiente sia la presenza di un pilastro centrale che di cornici e lesene ai lati dei portelli, richiama particolari della casa dei vivi. Le decorazioni più suggestive sono rappresentate dalle sei protomi taurine a corna lunate con testa a listello verticale scolpite a rilievo sulle pareti; un raro esempio di corno taurino "a barca" è visibile su uno dei portelli.

Ma che significato potrebbe avere questa raffigurazione presente in tante domus de janas? Negli studi più autorevoli e recenti si ipotizza che il toro fosse considerato il tramite tra il mondo sensibile e quello soprasensibile e che negli ipogei sia rappresentato il rito di passaggio e il percorso, attraverso la testa dell'animale, verso l'aldilà.

Per aderire all’iniziativa "La cultura non si ferma" sarà sufficiente taggare Comune di Sassari e Turismo Sassari e utilizzare gli hashtag #iorestoacasa e #laculturanonsiferma

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Scopri Sassari: cartine, guide e depliant

Siete alla ricerca di suggerimenti per organizzare la vostra visita a Sassari?                                                                                       


Nella sezione download è possibile scaricare guide e cartine dedicate alla città di Sassari, all'ambiente, al territorio, alle tradizioni.

CLICCATE QUI per scaricare il materiale

 

 

 

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I Candelieri: la festa Patrimonio dell'Umanità

Il 14 agosto di ogni anno si ripete immutata da secoli. La Discesa dei Candelieri è il momento in cui tutta la comunità sassarese si ritrova, unita, lungo le vie cittadine sino alla chiesa di Santa Maria di Betlem.
Non è soltanto spettacolo, è soprattutto fede. Perché nel faticoso gesto di portare i ceri lignei in un percorso che mette a dura prova i portatori c’è il desiderio di rendere omaggio alla Madonna.La volontà di sciogliere il voto alla Vergine che, cinquecento anni fa, liberò la città dalla peste. I Gremi, con i loro abiti dalle fogge antiche, e la folla che per tutto il tragitto acclama e incita i portatori nella loro danza, sono i veri protagonisti della Faradda, come viene chiamata in dialetto sassarese, la Discesa, il vero e proprio simbolo dell’identità cittadina. La festa dei Candelieri rappresenta un bene prezioso da tutelare: nel  2013 è stata inserita nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco e riconosciuta bene immateriale patrimonio dell’umanità, insieme alle altre feste delle macchine a spalla italiane.
 
La "Faradda"
La festa risale al XIII secolo e trae la sua origine dal rito pisano dell’offerta dei candeli alla Madonna di Mezz’agosto da parte delle corporazioni di arti e mestieri cittadine.Dal XVI secolo la tradizione assume un significato ancor più profondo sotto il profilo religioso con l’istituzione del Voto della città in onore della Vergine Assunta che con la sua intercessione pose termine ad una delle terribili pestilenze che periodicamente si abbattevano sulla città.La discesa fu disciplinata nel 1531 con un’ordinanza che stabiliva l’ingresso dei Candelieri all’interno della chiesa di Santa Maria di Betlem. Conosciuta come “discesa” dal sassarese faradda, la processione dei Candelieri è un lungo rituale di grande partecipazione collettiva in cui gli attori principali sono i Gremi, i portatori dei Candelieri, le autorità civiche ma soprattutto la folla che si accalca lungo il percorso.
 
La vestizione
Il 14 agosto, di primo mattino, ha inizio la giornata della faradda con la cosiddetta “vestizione”. Ciascun Gremio “veste” – cioè allestisce - il proprio Candeliere ancora disadorno presso la sede del Gremio o in casa dell’obriere di Candeliere, il gremiante che ha l’onore e l’onere della responsabilità del cero votivo. Secondo l’antico rituale la “discesa“ dei Candelieri si svolge la sera del 14 agosto partendo dalla piazza Castello dove sorgeva l’antico Castello Aragonese. Il percorso è rimasto invariato e si snoda lungo l’attuale corso Vittorio Emanuele, l’arteria principale della città antica, andando a concludersi nella chiesa di Santa Maria di Betlem, posta al di fuori della cinta muraria medievale.A metà percorso, i Gremi porgono il loro omaggio alla cittadinanza rappresentata dal Sindaco a Palazzo di Città. Qui ha luogo il rituale fortemente simbolico dello scambio di insegne tra Municipalità e Gremio dei Massai in cui si identifica l’intera popolazione di Sassari, città a forte vocazione agraria.
 
I Candelieri
Originariamente la cera votiva veniva portata all’interno di “macchine” di legno che col tempo assunsero la forma di colonne lignee. Attualmente i Candelieri non superano quattro quintali di peso. Si compongono di tre parti: una parte superiore a forma di capitello sulla quale vengono sistemate numerose bandierine e il gagliardetto col nome dell’obriere di Candeliere; dalla punta pendono i nastri colorati (li betti), arrotolati e srotolati dai bambini del Gremio; il fusto del Candeliere è alto tre metri e del diametro di quaranta centimetri e riporta l’immagine del santo patrono e i simboli del Gremio; la macchina di legno nella parte inferiore è completata da una base con quattro stanghe incrociate e otto postazioni per il trasporto a braccia.
 
Patrimonio culturale immateriale dell’umanità UNESCO
Proprio per la consapevolezza che la festa dei Candelieri rappresenta un bene prezioso da tutelare, nel 2005 viene costituita la Rete delle Grandi Macchine a Spalla Italiane, che comprende anche le feste della Varia di Palmi, dei Gigli di Nola e della Macchina di Santa Rosa di Viterbo.
 
Gli eventi del ferragosto sassarese
La devozione religiosa dei Gremi si esprime nell’arco dell’intero anno attraverso le processioni dei Gremi, in occasione delle quali i gremianti indossano l’abito tradizionale. Nel mese di agosto, in prossimità della Discesa, si moltiplicano gli eventi che accompagnano sassaresi e turisti al grande appuntamento. Sono previsti una serie eventi culturali, enogastronomici, musicali e di spettacolo che rispecchiano l'aspetto identitario della città e della sua comunità.

 

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