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Museo Storico della Brigata Sassari: un prezioso scrigno di storia nel cuore di Sassari

Museo Storico della Brigata Sassari: un prezioso scrigno di storia nel cuore di Sassari

Una storia gloriosa, lunga più di un secolo, quella della Brigata Sassari, fatta non solo di campagne militari e vittorie in battaglia, ma anche di cimeli e cultura; a cominciare dal luogo nel quale si trova oggi la caserma La Marmora, realizzata dove un tempo sorgeva l’antico Castello aragonese, demolito alla fine dell’Ottocento. 

Fondata nel 1915 come Milizia Mobile reclutata su base regionale e costituita da due Reggimenti, il 151° a Sinnai e il 152° a Tempio Pausania, la Brigata si distinse già l’anno seguente sull’Altopiano di Asiago, ricevendo la sua prima medaglia d’oro per i successi riportati in battaglia. Esempio di abnegazione, orgoglio e coraggio, venne inserita, alla fine della guerra, tra le unità dell’esercito permanente per il valore dimostrato durante le operazioni della Prima Guerra Mondiale. Durante questo conflitto la Sardegna pagò un altissimo tributo di sangue: circa 13.000 furono infatti i caduti, 3.800 dei quali appartenenti alla sola Brigata Sassari.

In seguito al momentaneo scioglimento al termine della Seconda Guerra Mondiale, La Brigata si ricostituì nel 1988 con l’unione delle due unità storiche precedentemente rifondate a Sassari e Trieste.

I Diavoli Rossi

Negli anni ‘90 all’interno della caserma venne inaugurato il Museo Storico della Brigata Sassari con il supporto scientifico dell'Università di Sassari. Oggi è uno dei siti più visitati della città e nel 2004 è stato inserito tra le istituzioni museali delle Forze Armate Italiane. 

L’esposizione rappresenta l’elemento centrale per la custodia della storia, dei valori e dei ricordi della prestigiosa unità di combattimento. Il percorso, infatti, accompagna il visitatore alla scoperta di quei Diavoli Rossi che resero immortale la Brigata.

Perché Diavoli Rossi?

Questo curioso nome nasce originariamente dal tedesco “Roten Teufel(in sardo Dimonios), attribuito dai nemici Austro-Ungarici agli insospettabili soldati sardi. Il perché di insospettabili lo spiega il Capitano Don Romeo Mezzanotte, all’interno della sua raccolta di memorie “Nella fornace ardente”:

Ho visto discendere ad Aquileia la Brigata Sassari, ormai quasi leggendaria per il valore dei suoi soldati, e ne ho provato, al primo aspetto, una gran delusione.
Io mi aspettavo di vedere dei leoni dalla giuba folta, spiranti fiamme e fuoco, invece mi sono sfilati dinanzi dei poveri fanti come tanti altri, anzi più neri e magri e con la stessa aria dimessa, che mi ha colpito in pieno.

Nonostante la descrizione, questo epiteto lascia intuire il timore degli Austro-ungarici nel doversi confrontare con i soldati della brigata per via della foga da questi dimostrata nel corso dei combattimenti. L’aggettivo “rossi” si riferisce, insieme al bianco, ai colori delle mostrine della loro divisa.

Il museo: viaggio sui sentieri della storia

Lungo le cinque sale del museo, articolato in diverse sezioni e suddiviso in aree tematiche, il visitatore potrà assistere al racconto della vita al fronte e del coraggio dimostrato da “sos mannos, come vengono ricordati dai soldati della Brigata Sassari. Uomini che fino a quel momento avevano vissuto la loro vita all’interno dei confini della Sardegna, dedicandosi prevalentemente all’agricoltura e alla pastorizia. Richiamati alle armi abbandonano la loro quotidianità per andare al fronte allo scopo di difendere i territori del nord Italia dall’avanzata austro-ungarica.

Così, tra le sale dell’allestimento, la collezione delle divise d’epoca e delle armi utilizzate guida il visitatore alla scoperta dell’esperienza militare. Ancora, è possibile vedere la riproduzione fedele di una trincea che insieme alla ricca esposizione fotografica, dall’importante valore storico e umano, immortala la dura vita nelle trincee, fatta di momenti di lotta, sofferenza e tensione ma anche di aggregazione e condivisione. 

Documenti e attestazioni dai quali emergono una volta di più l’onore e il coraggio dei Sassarini, come testimoniano le figure del Caporal Maggiore Raimondo Scintu e del Maggiore Giuseppe Musino. Il primo si rese protagonista di un’eroica azione durante un momento di sconforto nella battaglia della Bainsizza recandosi da solo nella trincea nemica; il secondo guidò l’ultimo Battaglione Italiano oltre il Piave conducendo le proprie truppe attraverso il ponte della Priula, l’ultimo rimasto intatto sotto i colpi del nemico. 

 

Informazioni utili

Considerata l’assenza di barriere architettoniche lungo il percorso, la visita al museo è consentita anche a persone con disabilità.

È possibile visitare il Museo Storico della Brigata Sassari dal lunedì al venerdì nei due turni disponibili alle ore 9 e alle ore 11. La visita è guidata e gratuita; si consiglia la prenotazione inviando una mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure telefonando al numero 0792085100.

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