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Animali nascosti e dove trovarli... a Sassari

I monumenti e i palazzi storici di Sassari spesso nascondono dei dettagli particolari: vi portiamo in giro per la città con un itinerario nel quale cavalli, leoni e draghi vi faranno compagnia!
 
Iniziamo da piazza d'Italia e in particolare dal monumento dedicato al sovrano Vittorio Emanuele II. Il gruppo statuario è costituito, sul fronte principale, da un nudo eroico seduto su un leone, simbolo di forza e fierezza, che regge l’insegna ed un fascio littorio. Sul lato opposto del basamento un’aquila ghermisce con i suoi artigli un trofeo d’armi ed un cappello da bersagliere.
 
Sulla piazza si affaccia il Palazzo della Provincia, al cui interno, nello scalone monumentale, è possibile ammirare l'opera in grande formato (m.3,50 x 5,50) dal titolo "Prometeo dona il fuoco agli uomini", dipinta nel 1954 con la tecnica della pittura a frescotela  su intonaco dall’Artista Aligi Sassu. Il tema dell’opera esposta raffigura il mito del Titano Prometeo che ruba il fuoco agli dei per donarlo agli uomini, scatenando così l’ira di Zeus. Nel quadro compaiono centralmente la figura Titanica di Prometeo con la fiaccola, sulla sinistra un gruppo di figure femminili e maschili, mentre sul lato opposto un cavallo di color rosso fiammeggiante viene ghermito da una fiera a voler simboleggiare le lotta delle forze primordiali della natura.
 
Proseguiamo superando piazza Castello e piazza Azuni per addentrarci nel cuore del centro storico, lungo il corso Vittorio Emanuele II, l’antica Ruga de Cotinas. Il portale in marmo del Palazzo di Città è sormontato dalla iscrizione dedicatoria e dallo stemma della Città di Sassari, fiancheggiato da due cavalli, che al centro, nello scudo, mostra le due torri e le due croci. Lo stemma fu concesso alla Città di Sassari con  Regio Diploma del 15 gennaio del 1767. Il Palazzo di Città fu edificato nella seconda metà del XIII secolo e ricostruito in forme neoclassiche entro il 1830.

Non lontano, passando per la suggestiva piazza Santa Caterina e incontrando nel percorso il Palazzo Ducale, sede del Comune di Sassari, raggiungiamo la Cattedrale di San Nicola. Durante il periodo delle pestilenze, che dal 1652 al 1657 decimarono di quattro quinti la popolazione cittadina, vennero posizionati ai lati della scalinata che conduce all’area sopraelevata del presbiterio due leoni marmorei che sorreggono due scudi. Negli scudi compare l’iscrizione che ricorda la committenza del Capitolo Turritano e la conclusione dei lavori comprendenti la balaustra nel 1656. Nei contrafforti esterni della navata sono invece visibili i doccioni in forme di animali mostruosi, tra i quali uno in sembianze di drago che un tempo era posizionato nel contrafforte della cupola. Essi rappresentano il repertorio più tipico delle cattedrali gotiche europee, il cui stile perdurò nell’isola ben oltre il periodo in cui si sviluppò.
 
Non distante troviamo la chiesa di Santa Maria di Betlem, luogo di culto indissolubilmente legato alla manifestazione più sentita dai sassaresi, la Discesa dei Candelieri. Si data al 1738 il pulpito ligneo che Antonio Juan Contena realizzò per i Frati Francescani di Santa Maria di Betlem. Di sua mano è il pulpito che spicca rispetto ad altri modelli di primo settecento per la ricchezza di ornamenti, per la sontuosità e l’articolazione dei rilievi. Il basamento è composto da tre angeli-polena che sorreggono il cassone decorato agli angoli da putti dei quali quattro sovrastanti i simboli degli Evangelisti (Bue, Leone, Aquila ed un Angelo alato). Nel pannello centrale è stato scolpito un bassorilievo che raffigura la scena di Sant’Antonio che predica ai pesci, mentre un’altra statua del Santo in gloria d’Angeli sormonta la ricca cornice del paravoce, che riprende quella mistilinea del cassone.
 
Lasciamo ora momentaneamente il centro storico e, attraversando la parte Ottocentesca della città, raggiungiamo l'Ex Mattatoio Comunale, il cui ingresso si trova in via Maurizio Zanfarino. Alla fine dell’Ottocento venne progettato e costruito il complesso del Mattatoio comunale che si estende su una superficie di 7000 metri quadrati dei quali 3000 coperti. Il portale centrale di accesso alla struttura si caratterizza per la decorazione delle due paraste laterali  con due cornici a losanghe che includono due protomi di muflone. Sopra l’arco dotato di lunetta in ferro si trova il fregio dell’architrave sul quale campeggia la scritta mattatoio e la statua di un bue sdraiato.

Il nostro itinerario si conclude nel luogo simbolo della città, la Fontana di Rosello. La medievale fonte di Gurusele o Gurusello si presentava con un edificio dalle forme assai semplici ancora nel corso del Cinquecento, quando l’acqua sgorgava da bocche bronzee in forma di teste di leone. Entro il 1606 Giunsero dalla Liguria i marmi “bianchi et misci” con i quali venne rivestita e le statue con figure femminile e soggetti marini tipici (in particolare i delfini situati in corrispondenza delle statue raffiguranti le "quattro stagioni") del repertorio figurativo cinquecentesco legato all’acqua. Le teste leonine bronzee vennero sostituite con altrettante marmoree e sopra il serbatoio della vasca della fontana venne creato un graticcio metallico che sorreggeva in maniera illusionistica una statua raffigurante il Martire Turritano San Gavino sulla groppa di un cavallo rampante. La Fontana subì danni importanti durante i moti antifeudali alla fine del ‘700. Si provvide così ad un restauro con la sostituzione delle statue che dal 1828 raffigurano le quattro stagioni e con la costruzione della crociera che oggi sorregge una nuova statua di San Gavino, che sostituisce quella scomparsa durante gli anni a cavallo del secondo conflitto mondiale.

Nelle schede di approfondimento troverete altre interessanti informazioni sui questi luoghi.

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